Descrizione
Questo è un libro ambizioso ma non per addetti ai lavori. Cerca di spiegare un’idea nuova di cooperazione e parla di sviluppo alla generazione di “world changer” che non ha fatto il ’68, non sa cosa sia il “rapporto Bruntland” e ricorda a stento il “Live aid”. È un libro che parla di come la vecchia politica estera stia diventando “global politics” e di come la cooperazione internazionale sia al suo centro. Parleremo della grammatica dello sviluppo sostenibile che si scrive a New York e di come tecnologia e statistica siano nuove armi per sradicare la povertà. Spiegheremo perchè imprese responsabili e iniziativa privata sono alleati preziosi e come la finanza possa mostrare il suo volto buono per promuovere autonomia e indipendenza dei popoli. In questo nuovo scenario l’Italia e la sua Nuova Cooperazione allo sviluppo hanno la chance di diventare protagonisti: il nostro Paese può farne una risorsa di “soft power” e lo strumento strategico di una potenza civile.
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